lunedì 14 novembre 2011

13 novembre: si ritorna a dare una mano a Brugnato

"Ora è il momento di non abbandonare questi paesi; Genova si è bene organizzata, le 5 terre richiamano ora aiuti da tanti posti, e la prossima estate potranno ripartire con slancio. Il rischio è che questi paesini (Brugnato e Borghetto Vara...) abbiano i problemi più grossi. Non hanno nomi di richiamo ed è possibile che nessuno se li fili più".
Mi ha talmente colpito questa affermazione che ho cercato di riportarla il più fedelmente possibile. A dirla è un volontario di Chiavari che da giorni lavora a Brugnato. A ben guardarsi in giro per il paese, in effetti, si nota come la situazione sia migliorata rispetto alla prima discesa, ma contemporaneamente si percepisce un grande vuoto: gli abitanti son opochissimi, e anche i volontari sono diminuiti. E non che di cose da fare non ce ne siano. Anzi. A noi è stato chiesto di lavorare da "MariMarmi", per tirar fuori dal fango giganti lastroni di marmo. Il signor Mari ci dice che stanno in tutti i modi cercando di non perdere i clienti. Hanno provato a far partire i mezzi dopo averli ripuliti, e questi son ripartiti. Per capire se le macchine ripartiranno occorre attendere. Non c'è l'acqua, essenziale per questo tipo di macchinari che lavorano il marmo. Quantomeno recuperare la materia prima permette di avere un po' di speranza. E' questo che serve a Brugnato; la speranza di poter far ripartire un po' di vita, perchè il paese non si spenga. Dunque per noi spalare fango da marmo inerte era quasi come cavar fuori un po' di vita. E per questo cercheremo in tutti i modi di tornare da queste parti...
Manuel (con Gabriele, Fabio e Massimiliano)


giovedì 3 novembre 2011

Dal Borgomanerese a Brugnato, per aiutare ad uscire dal fango


Anche dal nostro territorio sono partiti vari gruppi di volontari per dare una mano nei territori colpiti dall'alluvione.
La nostra rete è riuscita ad organizzare un gruppo di 6 persone: 3 dall'oratorio di Santa Cristina di Borgomanero, 2 del Gruppo di Educazione alla Cittadinanza di Sermais (Novara), e un animatore di Vedogiovane che ha fatto da tramite tra il gruppo e un nucleo della protezione civile. La cronaca della giornata:
Partenza alle 5.45 del mattino; alle 8.40 siamo usciti al casello di Brugnato e non ci è voluto molto per accorgersi della distanza che corre tra le immagini della tv e quelle reali... ruote e tetti di automobili che a malapena sbucavano dalle montagne di fango, ruspe che aprivano strade in mezzo a mucchi di terra, l'immagine di quella casa divisa a metà dalla violenza del fango...
Alle 9.00 già operativi (sotto la guida di Roberto Ledda, dell'AIB di Soriso che ringraziamo!!!)per rimuovere il fango dai garage di una intera palazzina (scatoloni pieni di libri, stoviglie o giocattoli, poi auto, bici e motorini, un magazzino intero di serramenti, elettrodomestici, mobili...). 
Un elenco ancora più lungo non riuscirebbe comunque a dare il senso di cosa veniva via via accatastato sopra la montagna di detriti.
Lo esprime meglio l'immagine della bimba in cima alla discesa dei garage da cui tiravamo fuori le cose... 7 anni, come mio figlio, e per mezz'ora è rimasta li, con le lacrime che le scendevano sulle guance, mentre io cercavo di chiederle della scuola, dei cartoni animati, mentre le raccontavo che tutti ci impegnavamo per far tornare bella la sua casa... Lei vedeva anche le sue cose ridotte a fango e accatastate insieme alle altre... e piangeva.
Oppure fa effetto il ricordo di due vecchini in mezzo a quel marasma: una spazzava con la scopa il pianerottolo, piano piano, piastrella per piastrella mentre intorno c'era il mare di fango, e l'altro pescava dal fango piattini, tazzine, stoviglie... e diceva: "questo si può recuperare... questo lo laviamo... questo no, non buttatelo"... che altro c'è da aggiungere?? Nel corso della giornata abbiamo svuotato altre cantine da acqua e fango, abbiamo risposto "Si" ad altre richieste che dicevano "ragazzi, state andando? avete ancora un momento???"... Alle 5 di sera la colonna dei volontari era invitata a lasciare il paese, e insieme alle macchine verdi della protezione civile ci siamo avviati anche noi al casello. E il viaggio di ritorno è stato più silenzioso che quello di andata... 

nella foto: Stefano Moia, Mattia Anzaldi, Emanuele Cerutti, Ryan Coretta, Matteo Valsesia e, in basso, Eric Prandi.